Manoscritti di Stefano Giaccone per articoli o interventi.
Cronologia imprecisata.
(mano 1)
La mia parabola politica x: spiegare il “pulpito”
x: una generazione cresciuta nella concezione che il proletariato avrebbe liberato l’umanità anche “culturalmente” (valori quali l’uguaglianza, la solidarietà, la critica, il rapporto uomo/natura)
x: fase conclusa per alcuni con Moro (o Angelo Azzurro)
per altri coi 35 gg. alla FIAT
3 risposte lotta armata 5% (Prima Linea soprattutto)
omologazione 90% (attiva passiva
(piccoli gruppi LCxC, LC Torino, ecc.)
Io (col gruppo) mi lego a tentativi legati al passato ma gestiti dal presente (punk, coll. occupazione, anti-nucleare) Discussioni dentro il gruppo (isolamento)
“mettere il testo di CINEMA TUTTO”
-caduta verticale della discussione/critica
-caduta verticale di valori
-caduta verticale di rapporti con l’esterno
Da questa analisi manca una concezione del mondo e della sua conoscenza: epistemologia (sic) del reale, creare un linguaggio x “capirsi”. Ma dalla rivoluzione industriale (porti, città-stato, paesi bassi/INGHILTERRA) a Marx (colui che ha sistematizzato decenni e decenni di sforzi intellettuali e non e ha STORICIZZATO, la dinamica sociale) passano 100 anni. Usare un metodo di conoscenza significa DARSI un posto, dare un senso alle proprie scelte e capire perché (o sperare di) c’è l’operaio che sciopera e quello che fa il crumiro —DIVAGAZIONE
–troppo spesso torna in auge meccanismo positivista o, peggio, cattolico, cioè le scelte sono frutto puro e semplice delle condizioni sociali, per cui, si PRESUPPONGONO i bisogni dei